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lunedì 18 giugno 2012

Concerto di fine anno: la presentazione


Quello che vi proponiamo questa mattina è il risultato di un percorso che ha portato la terza F e la terza E a considerare il cuore del movimento Romantico.
Abbiamo visto come, da uomini quali Beethoven (che i nostri compagni ci hanno fatto ascoltare) e, più tardi, come Wagner e Strauss, l’esigenza di trovare un legame fra i grandi valori universali e i valori più profondi dell’uomo sia arrivata al neo romanticismo dei grandi gruppi del rock progressivo inglese. Esaminando i testi di alcune canzoni (con il prezioso aiuto delle nostre professoresse di inglese) abbiamo constatato come questa ricerca sia calata nella realtà del mondo di oggi: l’Uomo, con le sue ombre e la sua ricchezza interiore, è indicato come parte responsabile di un tutto, e come l’essere che con le sue scelte pratiche e interiori può collegare questo mondo con le realtà universali, e per questo va rispettato.
Per il nostro concerto, abbiamo scelto l’introduzione al “Così parlò Zaratustra” di Richard Strauss e due canzoni di gruppi fra i più rappresentativi del rock anni 70 e 80, “We are the champions” dei Queen e “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin, brani che abbiamo arrangiato e adattato a noi.
        
I primi cinque suoni del primo brano, sono i suoni che già un altro saggio dell’umanità, Pitagora, aveva ricavato dalla vibrazione di UN’UNICA corda tesa, sfiorata ora a metà, ora ad un terzo e così via; sono i suoni armonici, che ancora oggi vengono fuori da un’unica corda (o da un’unica colonna d’aria, per gli strumenti a fiato) rispettando una legge universale. In questa legge universale l’uomo si inserisce, prima con timore, poi con slancio. Questo slancio prosegue e si completa: sentirete suoni che vanno sempre più in alto, contemporanei a quelli che vanno sempre più in basso. Il brano si conclude con questi stessi suoni in accordo, eseguito dall’organo, quasi un simbolo di sacralità.



Sulle due canzoni non ci dilunghiamo; vi diciamo soltanto di avere scoperto che la prima non è una canzone da stadio, anzi per noi che cantiamo e suoniamo può essere una riflessione sul ruolo del musicista nel mondo di oggi; la seconda si serve del linguaggio simbolico delle ballads inglesi.         


Stairway to Heaven


We Are The Champions


Buon ascolto.
L.T.

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